È la domanda che ti sei fatto quando hai scritto la parola “FINE” al termine del tuo romanzo e hai accarezzato l’ipotesi di autopubblicarlo: per non perdere tempo in attesa delle risposte, per non dover sottostare “ai meccanismi del mercato editoriale”, per non dover incassare i rifiuti. Hai letto qua e là elogi del self-publishing e la lampadina ti si è accesa; poi però ti è venuto il dubbio che le cose potessero stare diversamente, e allora ti sei domandato quali differenze ci siano tra il pubblicare in proprio e il farlo con una casa editrice.
In breve, ecco quello che la CE può fare per te:
- 1. Può distribuire il tuo libro in libreria. Se ti sembra poco, pensa che non serve a niente stamparlo e affannarsi per procurarsi un lettore, se poi quel lettore non riuscirà a trovare il tuo libro.
- 2. Può promuoverlo, nei limiti delle sue possibilità, ovviamente: le CE piccole e medie hanno budget piuttosto scarsi da dedicare alla promozione, ma è loro interesse vendere il tuo libro e distribuirlo (cfr. il punto 1.). Infatti, è da questo che traggono il loro guadagno (sempre che non ti abbiano chiesto dei contributi economici per la pubblicazione, nel qual caso si passa al punto 3.).CE che conosci indirettamente perché te ne hanno parlato bene.
- 3. Una CE a pagamento… non è una CE. È una stamperia. Non c’è niente di male, ma sono due cose diverse. È comprensibile che una CE che abbia già incassato da te l’intero costo di produzione del tuo libro non abbia più nessun interesse – forse non ce l’aveva neanche prima – a promuoverlo e a venderlo. Ecco perché il consiglio è di cercare una CE che sia dichiaratamente “NoEaP” (No Editoria a Pagamento).
- 3 bis. E le CE “a doppio binario”? Sono quelle che pubblicano alcune cose a pagamento, altre no; a pagamento fanno magari quei libri che gli piacciono, ma sanno in partenza che non riusciranno a vendere in nessun caso (per cui disperano di poter rientrare delle spese). Assicurati di stipulare con loro un contratto che non preveda esborsi da parte tua.
- 4. La CE fa sempre una correzione delle bozze. È il minimo. A volte, se ci tiene alle sue pubblicazioni e ha un budget sufficiente, ti metterà a disposizione un proprio editor che curerà l’editing del tuo testo. Una CE che non faccia nemmeno la cdb non è neanche una CE (e, solitamente, questa mancanza si abbina alla richieste di soldi all’autore). Altre volte, invece, si spaccia la cdb – o l’editing – come servizio opzionale a pagamento. Altre volte ancora, tali servizi non vengono proposti come opzionali ma come obbligatori. In tali casi, torna al punto 3.
- 5. Sono poi tante altre le cose che può fare una CE per te: la grafica di copertina, la quarta, il comunicato stampa. Ti inserirà in una collana dove sarai tematicamente vicino ad altre pubblicazioni simili alla tua, e gli appassionati della collana potranno acquistare anche il tuo titolo. Porterà il tuo libro alle fiere, qualche volta – sempre nei limiti delle sue possibilità economiche – porterà anche te, e lo farà sempre volentieri. Perché un editore vero è un uomo che ama la cultura, ama i libri che fa e ama i suoi autori. Ti coinvolgerà in mille iniziative e avrai la possibilità di crescere insieme a lui.
Magari tutto questo non ti interessa, o non fa per te. Forse non ti piace. A te la scelta. Ma non è mai la stessa cosa.